DALL'ISTITUTO DELL'IMMACOLATA ALL’ULTIMO SALUTO
AL CIMITERO
(Marco Gatti)
Commozione, raccoglimento,
profondo sconcerto. Questo il confuso intrecciarsi di stati d'animo
che hanno accompagnato, lo scorso venerdì 9 giugno, i funerali di Suor Maria
Laura Mainetti. Come una famiglia ferita nel
profondo dell'animo, con la perdita di uno dei suoi figli, la comunità di Chiavenna si è presentata compatta per l'ultimo saluto alla
religiosa barbaramente uccisa. La città intera, con i suoi 7500 abitanti, si è
fermata per qualche ora in segno di rispetto e di devozione.
Sin dalle 9.00 i primi fedeli
giungono, alla spicciolata, presso la Collegiata di S. Lorenzo, giovani, meno giovani,
bimbi, scolaresche. Il prato verde all'interno del chiostro si riempie piano piano di volti nuovi,
qualcuno incomincia già a fare capolino dentro l'antica chiesa
parrocchiale, databile tra il V o VI secolo, sicuramente prima del 1000.
A poche centinaia di metri di
distanza, presso l'Istituto dell'Immacolata dove la religiosa risiedeva,
parenti, amici, conoscenti e curiosi si avvicendano
presso la camera ardente per portare il loro "grazie" a suor Maria
Laura.
«Dà la vita solo chi muore
ama chi sa perdere. E’ Signore solo chi serve, farsi schiavo è libertà»
Le note del canto
"Quando venne la sua ora" si innalzano
lentamente e avvolgono l’intero Istituto. Nel giardino è ormai difficile
muoversi e trovare qualche spazio libero.
La benedizione di mons. Ambrogio
Balatti, arciprete di Chiavenna:
«Signore, porta la nostra sorella Maria Laura nel tuo paradiso, dove non è più
lutto e dolore, ma pace e gioia» saluta il feretro prima
della partenza verso S. Lorenzo. Sono le 10.05 quando la salma, tra gli
applausi, lascia l'istituto dell'Immacolata. Un corteo composto e silenzioso la
accompagna attraverso il centro storico di Chiavenna.
E’una chiesa gremita in ogni ordine di posto ad
accogliere la bara, alle 10.25.
A un anno e mezzo
dall'assassinio di don Renzo Beretta, parroco di
Ponte Chiasso, un altro membro della Chiesa comasca
cade sotto i colpi di una violenza cieca e ingiustificata. Don Renzo e suor
Maria Laura, due figure accomunate dall'impegno per gli altri, da un amore
indissolubile per il prossimo, e segnate dal comune
martirio. Il dolore della Chiesa di Como si svela nello sguardo e nelle parole
di mons. Alessandro Maggiolini.
E’la
preghiera dei fedeli a confermare, una volta di più, l'animo gentile e buono di
suor Maria Laura: un'infinità di "grazie" per un'«anima semplice e
gioiosa», per una religiosa che: «ha dedicato la propria vita ai giovani per
farli crescere in pienezza».
Terminato il rito funebre, il
feretro riprende il cammino per l'ultima meta, il cimitero.
In composto raccoglimento,
prime nel lungo corteo che si dispiega dalla Collegiata, sono le suore
dell'Immacolata, che con suor Maria Laura tanti momenti di gioia e fatica hanno
condiviso.
Il campanile di S. Lorenzo
rintocca mezzogiorno quando la bara viene tumulata
nello spazio a lei destinato. «Sapendo la persona che era - si lascia sfuggire qualcuno - è assurdo che sia finita così». Pian
piano il cimitero si svuota. E già tempo che la vita riprenda.
Da oggi c'è una nuova stella in cielo a guidare i bisognosi. «Agli abitanti di Chiavenna - ci dice don Remo Orsini,
parroco di Ponte Chiasso, ove arrivò poche settimane dopo l'omicidio di don
Renzo Beretta - vorrei solo dire di non lasciarsi
sopraffare dallo sconforto. A loro, ora, spetta il compito di
tenere viva la memoria di suor Maria Laura, del suo impegno, della sua
testimonianza di vita. ... E’ora il momento di dare continuità al suo cammino
perché questo sacrificio non sia stato inutile».