SANTUARIO   S. MARIA  DELLA  VALLE  (MONTE  CARASSO)

ch-montecarasso.jpg (54887 byte)

La tradizione riconduce la nascita di questo oratorio, che sorge proprio nell’alveo di un torrente in posizione pittoresca sul fondovalle, a un fatto prodigioso risalente al 1514: anno di particolare povertà e miseria.

Una donna del luogo, sorpresa nella valle con le sue bambine da un’improvvisa piena del torrente, mentre sta raccogliendo qualcosa per sopravvivere, è soccorsa dalla Madonna che le appare su un macigno, traendola in salvo. Sorge così dapprima un modesto tabernacolo e poi, nel 1591, l’attuale costruzione – volta a crociera e coro poligonale – dedicata a Santa Maria di Loreto o alla Madonna della Valle.

Lo stesso San Carlo Borromeo, recatosi sul luogo del prodigio nel 1583, aveva sollecitato questa costruzione. Il piccolo campanile laterale fu eretto nel 1933. L’affresco della primitiva cappella rappresenta la santa casa di Nazaret trasferita a Loreto. Assisa sopra il tetto è la Vergine col Bambino, mentre sulle pareti minori del tabernacolo sono effigiati, rispettivamente a destra e a sinistra della Madonna, S. Antonio da Padova e San Bernardino da Siena.

Caratteristico, come già accennato, il luogo di costruzione, da far dire al Borrani: «Se non fuvvi altro miracolo, è un permanente prodigio l’esistenza stessa di quella chiesa: basta vedere».

Importanti lavori furono eseguiti nel 1911 soprattutto per liberare il santuario dal materiale alluvionale accumulato dal tempo, mentre l’anno successivo venne rifatto il pavimento e negli anni venti si procedette a restauri completi, inaugurati da mons. Bacciarini il 4 ottobre 1925. Un solido argine è stato poi costruito a protezione dell’edificio. Madonna degli emigranti, questa del santuario della Valle, quando le condizioni di miseria costringevano uomini e giovani a cercare in terra straniera il necessario per vivere, nell’amarezza del distacco e della lontananza. Così, prima di partire, gli emigranti dei paesi vicini, facevano visita a questo oratorio, chiedendo, in una preghiera di silenzio e di sofferenza, protezione per loro e per quanti rimanevano a casa in un’attesa altrettanto sofferta e altrettanto percorsa da amara solitudine.

p-navbl03.gif (1917 byte)
Ritorna alla pagina precedente