Tierra de Maria
All'inizio dell'era cristiana la Spagna era completamente sotto il dominio
romano. Per lungo tempo fu un territorio molto tranquillo, senza insurrezioni
all'interno e senza minacce barbariche ai confini. La romanizzazione della
regione, iniziata già da Scipione, continuò abbastanza rapidamente con
l'assimilazione della civiltà romana da parte delle popolazioni (organizzazione
cittadina, concessione del diritto latino, presenza di spagnoli nel Senato
romano, diffusione della lingua latina). Dalla metà del III secolo d.C. la
Spagna comincia a subire le invasioni barbariche da parte di Franchi e Alemanni.
Nella regione il cristianesimo fu predicato molto presto (forse già - secondo
un'antica tradizione - da S. Paolo e da qualche suo discepolo); era già molto
diffuso verso la fine del II secolo.
Sulla divisione del territorio in province, fatta da Diocleziano, fu modellata
anche l'organizzazione ecclesiastica. La persecuzione iniziale dell'imperatore
Decio non arrestarono la rapida diffusione della nuova religione. All'inizio del
V secolo alcune tribù germaniche invasero la penisola iberica. Il loro re Enrico
(467-485), considerato il primo re di Spagna, instaurò la cultura ariana. Dopo
alterne vicende, che videro la Chiesa cattolica riscattarsi ed acquistare sempre
maggiore autorità sulla monarchia visigota, all'inizio dell'ottavo secolo, la
Spagna fu invasa e conquistata dagli Arabi, che portarono la religione islamica.
Il cristianesimo, da religione di stato, diventa così un culto "tollerato".
Lunghi periodi di convivenza fra i mussulmani e i cristiani vengono
periodicamente turbati da tensioni e da scontri armati. Il dominio arabo
incominciò ad essere indebolito da Carlo Magno il quale istituì in Spagna una
provincia franca. All'inizio del XIII secolo il dominio arabo incominciò ad
indebolirsi per esaurirsi gradualmente nei secoli successivi nei quali i regni
cristiani di Aragona, di Castiglia e del Portogallo continuarono la lotta contro
i mussulmani. Fin dagli albori dell'opera di cristianizzazione(I secolo) la
Spagna è considerata "tierra de Maria" , se si vuoi dare credito alla tradizione, nota e cara ad ogni spagnolo, che attribuisce la
diffusione del culto mariano all'apostolo Giacomo, a cui la Vergine, ancora
vivente su questa terra, sarebbe apparsa sopra una colonna (Pilar) nell'anno 40
della nostra era cristiana. A prescindere da questa tradizione orale, il cui
documento scritto risale solo al XII secolo, è molto probabile che S. Paolo
avesse predicato il vangelo nella Spagna ed è un fatto certo che già nel II
secolo Maria contava numerosi devoti in terra spagnola, come è affermato
esplicitamente da S. Ireneo (135-203) e tra le righe da Tertulliano (160-230),
per il quale Hispaniarum omnes termini (tutti i confini delle Spagne)
erano stati evangelizzati. Il primo Concilio di Spagna, celebrato fra il 309 e
il 312 a Elvira, l'odierna Alarife, presso Granada, con la partecipazione di
diciannove vescovi, è un'altra testimonianza della precoce vitalità della Chiesa
spagnola della fine del II e dell'inizio del III secolo. Scavi archeologici
hanno provato che a Mérida esisteva una chiesa, dedicata a Santa Maria,
anteriore alla persecuzione di Decio (200-251) e che nei sotterranei del
santuario della Madonna del Pilar sorgeva una più antica basilica (III-IV sec.)
in onore di Santa Engracia, l'Assunta. Fra i molti spagnoli promotori
della nuova fede vi fu Teodosio I, che nel IV secolo d.C. s'impegnò a
combattere il paganesimo. Con l'invasione dei visigoti in Spagna si diffuse l'arianesimo, ma la
conversione al cattolicesimo di re Recaredo (589), favorì notevolmente
l'integrazione religiosa nel Paese.
Un'altra invasione determinante per lo sviluppo cristiano della Spagna fu
quella musulmana, iniziata nel 711 e poi contenuta dalla spedizione di Carlo
Magno nel 778.
La devozione mariana: le “hermitas” e la “Virgen del camino”
I
piccoli stati al nord della Spagna sfuggirono alla conquista musulmana e fin
dall'inizio vi si sviluppò ampiamente la devozione mariana. Anzi, l'arresto stesso dell'avanzata nemica
venne attribuito alla protezione della Vergine: a Covadonga, nelle Asturie, re
Pelagio riportò un'importante vittoria (718).
Si racconta che nei pressi esistesse un eremitaggio in cui si venerava
un'immagine mariana; comunque, sul posto sorse ben presto un santuario, che è
tuttora uno dei più venerati della Spagna.
E’
in questo periodo piuttosto oscuro che si posero le basi per la successiva
fioritura dei santuari mariani. Sorsero
numerose le "hermitas", chiesette di campagna spesso rette da un
eremita. Moltissime furono dedicate
alla Vergine. Lungo il famoso
"camino de Santiago", la strada che dal confine francese, attraverso
Burgos e León, porta al celebre santuario galiziano, vennero erette numerosissime
croci di pietra; alle loro basi, dentro dette nicchie, furono collocate anche
delle piccole statue mariane. Sorsero
anche tanti ospizi per alloggiare i pellegrini e molti di essi furono dedicati
a Maria, per cui in Spagna il titolo di «Virgen del camino» (si intende, di
Santiago) divenne molto diffuso. Durante la "Reconquista", iniziata
dopo la metà del 1000, non appena una località veniva liberata dai mori, si
costruivano delle "hermitas" a san Giacomo e alla Vergine: i due culti
furono strettamente associati sia nella tradizione popolare che nell'epopea
della "Reconquista". Tutta la società spagnola di quel tempo era
permeata di culto mariano, come del resto un po' tutta l'Europa. Ce lo testimonia, fra l'altro il grande
campione della "Reconquista", El Cid (Ruy Diaz de Bivar, 1026-1099);
nel poema che ne celebra le gesta, (El
Cantar de mio Cid, scritto dopo qualche decennio dalla morte) l'eroe ha
continuamente in bocca l'invocazione allaVergine.
Dalle “hermitas” alle cattedrali
Un ruolo particolare nella "Reconquista" fu svolto da san Ferdinando III (1199-1252), re di Castiglia e di León: grande sia come politico che come cristiano, riuscì a ridurre il dominio dei mori in Spagna al piccolo regno di Granada e fece costruire innumerevoli "hermitas" e tre stupende cattedrali in stile gotico: quelle di Burgos, di Toledo e di Siviglia. Sotto Ferdinando III la Castiglia e il León costituirono definitivamente un solo regno. Un altro importante passo verso l'unità nazionale coincise con il matrimonio di Isabella di Castiglia e Ferdinando di Aragona (1469); e l'unità venne poi completata con la liberazione di Granada dai musulmani (1492) e l'annessione della Navarra (1512). A questo territorio, che corrisponde pressappoco a quello attuale, si aggiunsero nel XVI secolo il Portogallo e parte dell'Italia e i vasti possedimenti del Centro e Sud America. Inoltre, con l'ascesa al trono spagnolo dell'imperatore Carlo V (1516), il Paese accrebbe la sua potenza passando sotto la reggenza asburgica e vi rimase fino all'inizio del 1700.
Il “siglo de oro”
Il
periodo che intercorse fra la metà del 1600 e metà del 1700, noto come
"siglo de oro". fu caratterizzato da un grande splendore culturale;
lo testimoniano, in ambito religioso, l'eccelsa produzione letteraria ascetica
e mistica e la fioritura dell'arte sacra.
Particolare impulso ricevette il culto mariano che assunse più che mai
delle manifestazioni sontuose. Le spoglie Madonne romaniche e gotiche vennero
rivestite di ampi paludamenti di seta, ricamati con fantasia in oro e
carichi di gioielli preziosi molto spesso provenienti dalle Americhe. Le nuove immagini, a loro volta, venivano
fatte apposta per essere rivestite: consistevano infatti in manichini di legno
con solo il volto e le mani scolpiti ed espressioni fortemente drammatiche. Le
processioni e gli stessi pellegrinaggi diventarono delle sacre
rappresentazioni, con gruppi statuari, scene viventi, costumi; il rosario
stesso veniva cantato in processione.
Dalla
crisi religiosa al recupero dell’”hispanidad”
Il
1700 fu anche in Spagna un'epoca ostile alla religione; il popolo continuò nei
suoi pellegrinaggi e
nelle sue processioni, ma
senza la vitalità dei secoli
precedenti. La società civile e la cultura si
dimostravano indifferenti od ostili e i pellegrinaggi internazionali cessarono
quasi del tutto. Molti santuari
andarono in rovina ma quello di Saragozza crebbe d'importanza fino al punto di
divenire il santuario nazionale della Spagna.
Fu proprio attorno a tale luogo di culto mariano che lo spirito spagnolo
di fine secolo si risvegliò come da un lungo letargo. La Madonna del Pilar fu sentita e invocata come la «Condottiera»
del popolo di Saragozza - uomini e donne, vecchi e giovani - che si opposero
quasi a mani nude agli eserciti di Napoleone; egli dovette sacrificare ben
sessantamila soldati per avere ragione dell'eroica città. Saragozza ne uscì malconcia con la
popolazione dimezzata, ma tale prova le consentì di recuperare
I'"hispanidad", (ispanità).
Dopo
un secolo di instabilità, la dittatura e la riconciliazione
Anche
se negli
ultimi due secoli la Spagna non ebbe più i grandi teologi, poeti e scrittori
del suo glorioso passato, esperimentò sempre la protezione della Vergine anche
nelle prove più dure: perdita dell'impero coloniale, instabilità governativa,
rivolte separatiste basche e catalane, dittatura di Miguel Primo de Rivera,
guerra civile del 1936 e dittatura Franchista (1936-1975). Infatti, la Spagna
fu fuori dalla prima e dalla seconda guerra mondiale e tornò senza spargimento
di sangue alla democrazia nel 1975.