ARAGONA

 

I Pirenei aragonesi • Parque Nacional de Ordesa y Monte Perdido • Graus BarbastroAlquézar • Huesca • Castillo de Loarre • Jaca • Santa Cruz de los Seros • San Juan de la Pena • Sos del Rey Católico • Uncastíllo • Sádaba • Ejea de los Caballeros • Saragozza • Alcañiz • Teruel • Albarracín • Daroca • Monasterio de Piedra • Calatayud • Monasterio de Veruela • Tarazona. 

Lo scrittore olandese Cees Nooteboom definiva la Spagna "brutale, anarchica, crudele", un Paese che "ha conquistato il mondo e non ha saputo che farsene"; ma quando aggiungeva che "chi ha percorso soltanto le tappe obbligate non ha visto la vera Spagna" doveva avere di certo in mente l'Aragona. Piccolo Stato di una ristretta fascia pirenaica rimasta indipendente da arabi e franchi, l'Aragona a partire dal 1104 diede inizio, in parallelo alla Castiglia, alla "reconquista" della penisola iberica. Nel 1137 si annetté la Catalogna e quando, nel 1479, il matrimonio tra Ferdinando e Isabella di Castiglia unì l'intera Spagna, gettando le basi di un nuovo impero, l'Aragona già possedeva tutta  l'Italia del Sud, la Sardegna e la Sicilia. 

il clima

Nella zona pianeggiante centrale il clima è di tipo continentale molto secco, caldo in estate con periodi di siccità lunghi fino a sei mesi, freddo con forte escursione termica tra la notte e il giorno in inverno. Sui pendii dei Pirenei e della sierra de Moncayo la neve è di casa per tutto l'inverno. La presenza degli alti Pirenei crea una fascia particolarmente piovosa a ridosso delle montagne che alimenta il fiume Ebro, il più ricco d'acque di tutta la Spagna. 

la lingua

La lingua ufficiale è, come de! resto in tutta la Spagna, il castigliano, ma una parte della popolazione parla il catalano, lingua riconosciuta dalla costituzione del 1978 dopo l'ostracismo del periodo franchista. 

la nascita DEL romanico ARAGONESE

Giunto in Aragona lungo le strade battute dagli infaticabili maestri lombardi poco dopo il fatidico anno Mille, lo stile romanico si sviluppò nella città di Jaca secondo canoni propri e da li si diffuse poi in tutto il Nord della Spagna parallelamente alla "reconquista". I caratteri tipologici dello stile ''jaqués" sono la pianta a croce latina con  tre navate e due absidi nel fondo. Le decorazioni raffigurano fiori, animali, scene bibliche e il Crismón, la rappresentazione di Gesù Cristo tra i leoni. 

la flora

Nel bacino dell'Ebro la vegetazione è una steppa priva di alberi, non tanto a causa del clima quanto della necessità di legname e di pascoli da parte dell'uomo. Le piante si sono abituate alla siccità concentrando il loro ciclo vitale ai primi giorni caldi che seguono le piogge invernali, circa a metà marzo. È molto bella quindi la fioritura. Sulle montagne la vegetazione è più ricca: faggio, acero, frassino e betulla coprono i pendii oltre i 1000 m, il pino uncinato, autoctono, è incontrastato oltre i 1700 m. 

la fauna

Dove c'è l'acqua la fauna è più numerosa e varia: il camoscio e gli stambecchi, l'avvoltoio monaco e l'avvoltoio degli agnelli popolano le vette. Nei boschi sopravvivono esemplari di lupo e nei bacini d'acqua vive uno strano mammifero insettivoro fornito di proboscide, il desmán. 

L’ECONOMIA

Vaste sono in Aragona le cosiddette aridocolture: viticoltura, sughero, ulivi e tutto quanto non vada regolarmente irrigato, ma grazie ad alcune opere di canalizzazione sono in aumento le coltivazioni irrigue in genere, e in modo specifico di cereali. Un'importante fonte di reddito è costituita dall'allevamento di ovini, mentre l'industria è ancora piuttosto debole. La produzione artigianale è molto diversificata e va dalla lavorazione del cuoio alla produzione di tappeti, sedie, ceramiche.

la jota

Sono il hallo e il canto tipici dell'Aragona, tanto che al conservatorio di Saragozza ne esiste la scuola ufficiale. Il ballo, allegro e trascinante, sembra avere origine nella tradizione araba. Si danza in coppia durante le feste popolari e ha minime variazioni da paese a paese. Il canto, multo vivace, e accompagnato da chitarre, mandolini e liuti e viene ritmato da tamburelli. 

il ruolo DEI monaSTERI

La lunga "reconquista" spagnola avvenne con la forza delle armi e della religione cristiana, per diffondere la quale furono costruiti nei territori appena strappati ai mori molti monasteri circondati prudentemente da robuste mura di difesa. Sentinelle del feudalesimo che "riprendeva" possesso delle proprie terre, il monasterio de Piedra e quello di Veruela sono i più rappresentativi di questo tipo di architettura. 

LO STILE MUDEJAR: GEOMETRIE ARABE A MAGGIOR GLORIA DEL DIO CRISTIANO

Con il termine mudéjar, che in arabo significa "riservato", si indicavano i musulmani di Spagna rimasti fedeli alla loro religione dopo la"reconquista" cristiana. Tollerati fino al 1610, i cosiddetti Mori lasciarono nozioni avanzate di scienze matematiche e astronomiche, ma anche i loro artigiani (architetti, stuccatori, ebanisti, ceramisti, tessitori) diedero un apporto notevole all'arte dei nuovi padroni. Lo stile mudéjar definisce quindi la sopravvivenza della cultura musulmana nella Spagna cattolica. Si tratta soprattutto di tradizioni tecniche e decorative dell'epoca islamica che a volte si distinguono appena dall'arte ispano-araba (pur concedendo qualcosa alle richieste della committenza cristiana), altre volte rivelano la volontà di percorrere un cammino autonomo, altre ancora si fondono completamente con l'arte dei vincitori. Il mattone, la calce, il gesso e la ceramica per le ornamentazioni, il legno decorato per i tetti sono i materiali ripresi dalla tradizione araba per abbellire le severe costruzioni romaniche e gotiche; tra gli elementi artistici tipicamente arabi compaiono decorazioni a nastro, figure geometriche, iscrizioni e raffigurazioni di vegetali. Grandi monumenti dell'arte mudéjar si trovano nelle capitali degli emirati più longevi (Córdoba, Granada, Siviglia), ma in Aragona e in particolare a Teruel, che fu la testa di ponte della " reconquista ", la presenza mudéjar è tale che l'UNESCO ha incluso nella Lista del Patrimonio dell'Umanità le sue famose torri, che riprendono la struttura e l'impianto decorativo dei minareti almoadi adattandoli alla nuova funzione. 

 

NOTIZIE UTILI  da prendere nota

·       Ufficio Spagnolo del Turismo in Italia

• via del Mortaro 19 00187 Roma tel. 06 6783106 fax 06 6798272.

• via Broletto 30 . 20121 Milano tel. 02 72004617 fax 02 72004318.

·       Ambasciata di Spagna in Italia Largo della Fontanella Borghese 19 00186 Roma, tel. 06 6878172, fax 06 6872256.

·       Ambasciata d'Italia in Spagna calle Lagasca 98 Madrid, tel. 94 5776529.

QUANDO ANDARE

II clima continentale rende le estati calde e sii inverni freddi. Si consigliano quindi la primavera o l'autunno. anello se in estate è garantito il bei tempo. 

VALUTA

L'unità monetaria  è l'Euro  €.

TELEFONARE

Per chiamare dall'Italia in Aragona comporre lo 0034 seguito dal prefisso locale spagnolo compreso il 9 iniziale e quindi il numero telefonico desiderato.

• Per chiamare dall'Aragona in Italia comporre lo 0039 seguito dal prefisso locale italiano compreso lo 0 iniziale e quindi il numero telefonico desiderato. 

COSA ACQUISTARE

Nei mercatini dell'Aragona si possono ancora trovare ottime occasioni (.l'antiquariato. A Saragozza il giorno di mercato e la domenica mattina nella plaza de Toros. Un secondo di antiquariato specializzato in pittura e ceramiche è in plaza de Santa Cruz. Prodotti tipici dell'artigianato locale sono gli oggetti in pelle e le ceramiche. Per chi volesse acquistare vini locali, vi sono: il Somontano, il più famoso, che ha perso da tempo la fama di essere grezzo e molto alcolico, e il Cariñena, che più lentamente è sulla strada di affinarsi. Bisogna però stare attenti alle annate: il clima continentale produce profonde differenze nella qualità delle uve. 

TIPOLOGIE ALBERGHIERE

Anche in Spagna di solito si adottano le classificazioni consuete, da una a cinque stelle. Una peculiarità tutta spagnola sono invece i Paradores de Turismo de España, hotel statali di medio- alto livello situati spesso in posizione invidiabile in antichi palazzi, castelli o monasteri.

 

INFORMAZIONI:

·       Central de Reservas en España calle Requena 3 28013 Madrid, tel. 91 5166666, fax 91 5166657.

·       AÍNSA Ufficio Informazioni avenida Pirenaica tel.  974 500767.

·       AINSA Federación Aragonesa de Montañismo(Per chi ama la montagna), tel. 974 271352.

·       aubarracin Ufficio Informazioni plaza Mayor 1, tel. 978 710251.

·       barbastro Ufficio Informazioni plaza de Aragón tel./fax 974 314313.

·       CALATAYUD Ufficio Informazioni plaza del Fuerte, tel. 976 886322.

·       DAROCA Ufficio Informazioni plaza de España 7, tel. 976 800129.

·       EJEA DE LOS CABALLEROS  Ufficio Informazioni calle Concordia 8, tel. 976 661100.

·       GRAUS Ufficio Informazioni calle Joaquin Costa 26, tel. 974 541186.

·       HUESCA Ufficio Informazioni Coso Alto 23, tel./fax 974 225778.

·       JACA  Ufficio Informazioni avenida Regimiento de Galicia 2, tel. 974 360098, fax 974 355165.

·       SARAGOZZA Ufficio Informazioni Torréon de la Zuda, tel./fax 976 393537.

·       SARAGOZZA Ufficio Informazioni plaza del Pilar, tel. 976 201200, fax 976 206635.

·       TARAZONA Ufficio Informazioni calle Iglesias 5, tel./fax 976 640074.

·       TERUEL Ufficio Informazioni calle Tomàs Nogués 1, tel. 978 602279, fax 978 603496.

·       UNCASTILLO Ufficio Informazioni plaza de la Villa, tel. 976 67001.

 

EVENTI:

·       AINSA

Settembre. Morisma: la settimana prima del 14 settembre, negli anni dispari, ha luogo la rappresentazione a ricordo dell'apparizione della croce come auspicio alle truppe cristiane che riconquistavano la città. Il testo recitato si è trasmesso oralmente per secoli.

·       BIELSA

Carnevale. L'antico spirito carnevalesco che esorcizza i demoni si manifesta qui con una maschera ornata da elementi simbolici come le corna di montone.

·      GRAUS

14 settembre. Mojiganga: folcloristica festa con balli e danze in costume tipico, al suono delle cornamuse. Dopo la rappresentazione farsesca sui fatti accaduti nell'anno in paese, parte la processione che raggiunge la chiesa di Nuestra Señora de la Peña.

·      JACA

Fine luglio-inizio agosto. Festival Folklórico de Los Pi reneos: manifestazioni di danza, musica, spettacoli legati alle tradizioni dell'area pirenaica.

·       SARAGOZZA

12 ottobre. Dia del Pilar: il giorno in cui la Vergine del Pilar apparì a san Giacomo apostolo nel 40 d.C. viene ricordato con una processione capeggiata da giganti in cartapesta che porta fiori alla Vergine. Nell'allegra festa che segue si balla la jota, la danza tipica, in giro per le strade.

·      TERUEL

Giovedì e Venerdì Santo. Las Tamboradas: alla mezzanotte del giovedì, a Hijar e altri paesi della provincia di Teruel si da il via alla celebrazione della morte di Cristo. Un lugubre suono di tamburi echeggia da paese a paese per tutto il venerdì. I suonatori, membri delle confraternite religiose, giungono allo sfinimento in segno di penitenza.