NOSTRA SIGNORA DELLA SANTA CASA - Walsingham

Ma il più celebre di tutti i santuari inglesi è quello di Nostra Signora della S. Casa di Walsingham, situato nella contea di Norfolk e chiamato la "Nazareth d'Inghilterra" che è la "Loreto inglese".  

Nel Medioevo esso rivaleggiava con i santuari di Gerusalemme, di Roma e di Compostella per il numero di pellegrini che vi accorrevano da ogni parte d'Europa, togliendosi le scarpe all'ultimo miglio presso la "Slipper Chapel", la "cappella dei sandali".

Le sue origini risalgono al 1061, quando una vedova del luogo, Richeldis o Richild di Faverces, vide in sogno o in una visione la Vergine che le mostrò la Santa Casa di Nazareth e le espresse il desiderio di avere una cappella in suo onore delle stesse dimensioni. La pia donna convocò subito carpentieri e muratori e realizzò una prima cappella in legno, sostituita poco più tardi da un'altra in muratura. Walsingham divenne presto un centro di pellegrinaggio per onorarvi la Madonna come a Nazareth e per meditarvi il mistero dell'Incarnazione. 

Nel XII secolo vi arrivarono i canonici regolari di S. Agostino e vi costruirono attorno al primitivo santuario un loro convento e una grande chiesa, dando così forte impulso ai pellegrinaggi, specialmente dei marinai. I pellegrini appartenevano a tutte le classi sociali e perfino alle Case regnanti cominciando da Riccardo I Cuor di Leone (1157-1199). 

Anzi da Enrico III (1207-1272) ad Enrico VII (1492-1547) tutti i re e tutte le regine d'Inghilterra si recarono a pregare a Walsingham. Nel 1365 vi andarono anche la regina e il re di Scozia. Nel 1511 vi venne Erasmo da Rotterdam, il quale, nell'occasione, compose questa magnifica preghiera: "Tu l'unica fra tutte le donne. Madre e Vergine, la madre più felice e la Vergine più pura, ecco che noi, tutti peccatori, veniamo a vedere te che sei tutta pura, a salutarti. Per quanto lo possiamo, ti rendiamo omaggio presentandoti i nostri umili doni. Possa tuo Figlio esaudirci perché, imitando i tuoi santi modi di vivere, meritiamo noi pure, per grazia dello Spirito Santo, di concepire spiritualmente il Signore Gesù nel più profondo delle nostre anime e, dopo averlo concepito, di non avere mai più la disgrazia di perderlo! Amen!".

Anche EnricoVIII frequentò il santuario e, come gli altri pellegrini, si recava umilmente alla Slipper Chapel per confessarsi e poi percorreva a piedi nudi l'ultimo tratto di strada. Purtroppo questo stesso re, il lodato "Defensor fidei", desideroso di sposare Anna Boleyn, nel 1534 ruppe con Roma che gli aveva rifiutato l'annullamento del precedente matrimonio con Caterina d'Aragona, si proclamò capo supremo della Chiesa d'Inghilterra e mise a morte tutti i suoi contestatori, come S. Tommaso Moro e S. Giovanni Fisher. Per qualche anno il santuario fu risparmiato, ma nel 1538 fu raso al suolo e la statua fu bruciata probabilmente a Chelsea. Nel 1578, passando per Walsingham, la regina Elisabetta I vi trovò solo rovine. 

Uno dei suoi accompagnatori, Filippo Howard, conte d'Arundel, che più tardi si convertì al cattolicesimo e morì martire il 19 ottobre 1595, fu sconvolto dalla desolazione e compose un patetico canto molto simile ad una ballata anonima della stessa epoca: "Amaro, amaro è contemplare  il crescere dell'erba , dove le mura di Walsingham , sì salde s'ergevano... , Piangi, piangi, Walsingham, , i cui giorni sono notti,  le benedizioni volte in bestemmie, le sacre azioni in profane,  il peccato, ove sedeva la Vergine,  il Cielo mutato in inferno, Satana al posto del Signore. O Walsingham, addio!".

I cattolici inglesi non dimenticarono mai Nostra Signora di Walsingham e non pochi alla sfuggita si recavano nel corso dell'anno a pregare presso la Slipper Chapel trasformata in casa, in fucina, in pagliaio ed infine in stalla. 

Nel 1896, Carlotta Boyd, una convertita dal protestantesimo, acquistò la proprietà della "cappella", la restaurò e l'affidò al vescovo di Northampton, che solo nel 1934 la riconobbe santuario nazionale insieme agli altri vescovi d'Inghilterra e del Galles e il 15 agosto vi venne a celebrare pubblicamente la S. Messa, la prima dopo 400 anni. 

Due giorni dopo, il card. Bourne vi accompagnò 12 mila pellegrini. La statua in legno, copia fedele dell'antica, che rappresenta la Vergine seduta in un trono con alta spalliera, con un giglio come scettro e con sulla mano destra il divin Figlio benedicente, fu incoronata nel 1954 dall'arciv. O'Hara, delegato da Pio XII. Nel febbraio del 1968, la custodia del santuario fu affidata ai Padri Maristi, che nel prato circostante la cappella costruirono in breve tempo un centro di accoglienza per i pellegrini e, nel 1973, un altare all'aperto per le concelebrazioni.

Attualmente essi si adoperano a ricostruire la "Casa di Nazareth" di prima della Riforma, rendendola un luogo di preghiera e di penitenza, un punto d'incontro per la riconciliazione tra cattolici e protestanti. Il loro messaggio è bene accolto perché nella stessa area, a non più di un chilometro, sorge la parrocchia anglicana di S. Maria di Little Walsingham. In una cappella della grande chiesa è collocata la statua della Vergine, anch'essa copia dell'originale, distrutta nel 1538. 

I devoti vi arrivano da ogni parte del mondo, isolati e in gruppo, che in certi anni diventano moltitudini, come quelle del 1980, condotte dal card. Hume, arcivescovo cattolico di Westminster, e da Robert Runcie, 128° arcivescovo anglicano di Canterbury. Walsingham con i due suoi santuari non è indice di divisioni, ma luminoso esempio di ecumenismo in un'epoca in cui si va facendo sempre più urgente il superamento delle antiche lotte religiose.