L'Irlanda non fu mai sottoposta alla dominazione romana. A portare il
cristianesimo in Irlanda il papa Celestino nel 431 mandò il vescovo Palladio. La
vera evangelizzazione dell'isola avvenne nel 432vad
opera di san Patrizio, originario della Bretagna (Francia del Nord). Egli aveva trascorso la sua giovinezza in
Irlanda come schiavo; riuscito a fuggire, vi tornò
verso il 432 come vescovo e
missionario. Il successo della sua
predicazione fu incredibile: nel breve giro di alcuni anni l'isola passò
interamente e con grande entusiasmo alla religione cristiana. Si trattò di uno dei più felici innesti
della fede cristiana nella cultura locale: l'organizzazione della gerarchia si
adattò alla struttura tribale delle popolazioni; i luoghi sacri celtici
divennero luoghi sacri cristiani e i capi stessi delle tribù o clan si misero
alla guida delle popolazioni convertite, come abati e vescovi.
«Sole
della nostra razza»
Le testimonianze di culto mariano dei primi
secoli di vita cristiana dell'isola sono piuttosto ardue da rintracciare,
soprattutto perché le distruzioni, operate dai vichinghi prima e dagli inglesi
poi, cancellarono praticamente tutto, costruzioni e documenti. Si può però facilmente dedurre da qualche
notizia che la devozione doveva essere molto intensa. Per esempio, la compatrona dell'isola, santa Brigida, vissuta nel
corso del secolo V, era chiamata «la Maria dei celti»: ciò sta a indicare
l'entità della stima e della venerazione verso Maria santissima. Nelle invocazioni tradizionali nell'antica
lingua irlandese i nomi di Dio, di Gesù e di Maria erano fusi in un'unica
espressione. In una litania dell'VIII
secolo la Vergine veniva invocata come «Sole della nostra razza». Nel secolo VIII cominciarono le incursioni
dei vichinghi, che saccheggiarono sistematicamente i monasteri non solo
d'Irlanda, ma di tutto il Nord Europa, attratti dalle ricchezze in essi
accumulate. Una relativa rifioritura si
ebbe a partire dal secolo XI, quando dalla vicina Inghilterra cominciarono a
stanziarsi nell'isola i normanni (che altri non erano se non i vichinghi
convertiti); però non avvenne senza contrasti, perché i normanni,
sottovalutando la lunga tradizione irlandese, cercarono di sostituire la
liturgia locale con quella romana. Essi diedero un nuovo impulso al culto
mariano e dedicarono alla Vergine parecchi luoghi in cui si veneravano dei
santi locali: è il caso di Nostra Signora dell'Isola, prima località dedicata a
san Barry. Sorsero anche i primi santuari mariani veri
e propri, dapprima in stile romanico (una novità per l'isola) e poi in stile
gotico. Vennero per lo più dedicati a
Nostra Signora della Grazia, come quelli di Youghal, di Trim e di Limerick,
molto frequentati nel Medioevo. Delle
costruzioni ora rimane solo qualche rudere, perché andarono distrutte durante
la dominazione inglese.
Le persecuzioni religiose
Un duro periodo di persecuzioni religiose
ebbe inizio durante il regno di Enrico VIII, che nel 1536 costrinse il
Parlamento cattolico irlandese ad accettare la supremazia reale in materia
religiosa. Come in Inghilterra, venne
imposto il clero riformato, per cui tutte le cattedrali e le chiese parrocchiali
furono tolte agli irlandesi. Essi
vennero anche espropriati delle loro terre, che furono cedute ai coloni
inglesi, eccetto quelle più povere e improduttive dell'ovest. Da allora il
fervore cattolico irlandese divenne anche simbolo di quella identità nazionale
e culturale a lungo negata dall'oppressore inglese.
Il Rosario: distintivo degli irlandesi
Nel
1641 l'Irlanda insorse contro gli inglesi; il leader della rivolta, Owen Roe
O'Neill, fedele interprete del sentimento popolare, aveva adottato come grido
di guerra "Santa Maria" e come stendardo dell'esercito la figura
della Vergine con il Bambino, circondata da una corona del rosario. Essa si conserva ancora nel convento
domenicano di Tallaght, presso Dublino.
Sempre in quel periodo, nel 1647, la prima assemblea nazionale del nuovo
regno proclamò Maria come sua protettrice. Il rosario in quel periodo svolse un
ruolo provvidenziale. Agli irlandesi
era stato tolto tutto e si trovavano nella impossibilità di esprimere e anche
di alimentare la loro fede. Il rosario,
vissuto a livello personale e più ancora familiare, servì come veicolo di fede,
rafforzò l'identità cattolica del popolo e divenne una caratteristica
nazionale. In quel periodo i pellegrinaggi erano
vietati, ma in qualche modo permasero clandestinamente. In Irlanda, accanto ad
ogni chiesa, esisteva un pozzo sacro o una sorgente. I fedeli continuavano a
frequentarli.
Il
vero santuario è nel cuore degli irlandesi
Le leggi penali contro i cattolici furono
abolite nel 1828, anche se dal punto di vista sociale ed economico le cose
rimasero praticamente allo stato di prima.
Fu permessa una certa attività politica e i leader cattolici irlandesi
di questo periodo ebbero tutti una spiccata devozione mariana, in particolare
il famoso Daniel O'Connell (1775-1847), che spesso sceglieva le feste mariane
per i suoi memorabili interventi al Parlamento di Londra. I vecchi santuari e i
vecchi conventi non vennero riedificati: le loro rovine rimangono tuttora
solitarie in mezzo alla campagna. Per
questo in Irlanda non si può parlare della presenza di grandi santuari, a parte
Knock. Un nostro informatore, molto
suggestivamente, ci ha detto che «il vero santuario alla Vergine gli irlandesi
l'hanno eretto nel loro cuore».