La storia dell'Olanda si confonde con quella del Belgio fino a quasi tutto il 1500; solo al termine di quel secolo le province settentrionali di quelle che allora si chi amavano «Fiandre» si staccarono dalle province meridionali (Belgio), dando origine a un nuovo Stato, dominato politicamente dal ceto commerciale in forte espansione, e di religione calvinista. 

San Servazio: il primo apostolo

Il primo apostolo di quelle regioni fu san Servazio (384), che svolse il suo ministero a Maastricht (nel sud, al confine con il Belgio): di lui si narra che avesse costruito una cappella dedicata alla Vergine, da cui si sarebbe sviluppato l'attuale santuario. 

San Wilfrido e san Willibrord

Nel secolo VII, dopo le invasioni barbariche, il compito di rievangelizzare la regione fu assunto dai monaci itineranti provenienti dall'Irlanda da poco convertita.  Fra di essi vanno ricordati san Wilfrido e soprattutto san Willibrord (657-738), divenuto poi il santo più popolare dei Paesi Bassi.  Egli operò soprattutto a Utrecht, dove fondò una chiesa mariana. Il cristianesimo si diffuse ulteriormente nei secoli VIII e IX durante il dominio della dinastia carolingia, e la Cappella Palatina della vicina Acquisgrana, divenne, grazie alle sue molte reliquie, un'importante meta di pellegrinaggio. 

Lo sviluppo del culto mariano

Dopo il Mille, come in tutto il resto delle antiche Fiandre, si ebbe un grande sviluppo del culto mariano, tanto che esso divenne uno degli elementi caratteristici della società del tempo.  Il tema devozionale predominante fu quello della protezione, e si assistette come ad una gara fra tutte le istituzioni della società dell'epoca: nobili, corporazioni, confraternite, conventi, città... Ogni città aveva un'immagine miracolosa della "Dolce Madre", che era quasi sempre una statua di dimensioni ridotte e senza troppe pretese artistiche. Le mete di pellegrinaggio più celebri si trovavano fuori dei confini dell'attuale Olanda, come Acquisgrana e Einsiedeln (Svizzera); ce lo confermano le sentenze di alcuni processi perché spesso i rei venivano condannati a compiere il pellegrinaggio ad uno di questi luoghi. 

La fioritura nel campo dell’arte sacra

I secoli XIV e XV furono contraddistinti da una notevole fioritura nel campo dell'arte sacra e l'atteggiamento spesso ieratico delle immagini mariane si addolcì.  La nuova tendenza fu di rappresentarle in piedi, anziché in trono, con un volto espressivo e non di rado sorridente.   

Luci e ombre

Fu un periodo di profonda devozione ma anche di grandi tensioni politiche e religiose: la contea d'Olanda, dopo varie contese dinastiche, nel 1428 passò al duca di Borgogna e successivamente agli Asburgo; molti furono gli attacchi al formalismo religioso sia nel suo aspetto devozionale (con un'attenzione eccezionale rivolta a riti e cerimonie) sia speculativo (la religione ridotta ad arido intellettualismo), e fra di esse fu particolarmente significativo il contributo critico di Erasmo da Rotterdam (1466-1536), che richiamava la pratica evangelica al suo aspetto essenziale: I"'imitazione di Cristo".  In questo clima di irrequietezza spirituale i Paesi Bassi vennero lasciati in eredità da Carlo V alla Spagna (1555) e la Riforma protestante assunse così le caratteristiche di un movimento non solo religioso, ma anche politico, di indipendenza nazionale.  Le province del Nord passarono praticamente in blocco al protestantesimo nella sua forma più intransigente, rappresentata dal calvinismo, e resistettero validamente agli eserciti spagnoli.  Nel 1579 si proclamarono indipendenti con l'Unione di Utrecht. I pochi cattolici rimasti in tali regioni furono trattati come fuorilegge, privati dei diritti politici e impediti ad esercitare pubblicamente il culto. 

Il trionfo della fede

Molte statue furono date alle fiamme e le pitture delle chiese furono cancellate.  Qualche immagine, sottratta per tempo alla distruzione, fu portata in salvo in Belgio. I santuari, come ogni altro luogo di culto cattolico, furono aboliti nella loro totalità, e di conseguenza anche le feste, i pellegrinaggi e le processioni.  In alcuni luoghi le processioni e i pellegrinaggi vennero preservati, ma camuffati sotto altre forme: è il caso di 's-Hertogenbosch, in cui l'antica processione che si faceva per sette sere consecutive attorno alla città, divenne una composta e silenziosa passeggiata. Molti olandesi andavano in pellegrinaggio ai santuari belgi, e in special modo a quello di Montaigu.  Ma il vero santuario nazionale dei cattolici olandesi divenne quello di Kevelaer, sorto nel corso del 1600 e situato in Germania vicino al confine con l'Olanda, in una zona culturalmente affine.  I pellegrinaggi a questo santuario avvenivano senza apparire esternamente come tali, quindi senza croci, stendardi o canti: ci si andava pregando in silenzio.  Gli ex voto e le targhe di Kevelaer stanno ancora a testimoniare la devozione dei cattolici olandesi di quei tempi. 

Il ritorno alla normalità

Nella seconda metà del 1600, l'Olanda fu prima avversaria dell'Inghilterra, poi si unì ad essa con l'elezione di Guglielmo III d'Orange al trono d'Inghilterra (1688) e la nuova nemica divenne la Francia. Alla fine del 1700 con l'occupazione napoleonica e la cacciata degli Orange, i cattolici acquistarono gli stessi diritti degli altri olandesi e poterono quindi ricominciare a professare pubblicamente, almeno in parte, la loro fede.  Nel corso del 1800, soprattutto nel Sud, i cattolici riottennero alcune delle loro antiche cattedrali e chiese, come quelle di Maastricht e di 's-Hertogenbosch: risorsero così alcuni santuari medioevali fra i quali quello di 's-Hertogenbosch, la cui statua, da anni in esilio in Belgio, venne solennemente ricollocata al suo posto. I cattolici olandesi furono fra i primi e i più assidui pellegrini di Lourdes e poi dei due santuari belgi di Banneux e di Beauring. 

La crisi del postconcilio

Nel corso del 1900, quando, dopo tre secoli di misure restrittive sulla libertà della fede cattolica, ogni problema sembrava definitivamente risolto, negli anni successivi al Concilio Vaticano II (1966-1979) si scatenò una nuova crisi mariana. Questa crisi mariana tra il clero, soprattutto giovane, non contagiò per fortuna la grande massa del buon popolo, che restò fedele alla pratica religiosa e alla devozione a Maria, continuando ad affluire ai santuari e ad ornarli di ceri, di fiori e di ex voto.  Passata la bufera e tornata in sé la gente di Chiesa, negli anni Ottanta si è ripresa la recita pubblica del Rosario.