Batalha significa battaglia. A onor del vero, il monastero di S. Maria della Vittoria o della Battaglia non è un santuario, ma un ex voto. Fu costruito da Giovanni I, che aveva fatto il voto, il giorno della battaglia d'Aljubarrota (14 agosto 1385), d'innalzare un monastero in onore di Maria se fosse riuscito vittorioso contro l'esercito castigliano, tre volte superiore di quello portoghese. Il conestabile Nuno Alvares Pereira, fervente devoto di Maria, per meglio resistere, trincerò le sue truppe sopra una collina in dolce pendio, in modo che i fanti potessero così mettere in rotta agevolmente la cavalleria castigliana. A sera, la vittoria portoghese era assicurata e il re di Castiglia veniva costretto a darsi alla fuga. Giovanni I  tenne fede alla promessa fatta e, a partire dal 1387, si incominciò la costruzione della chiesa e del monastero, i cui lavori si protrassero fino alla morte del re, avvenuta nel 1433. Alla chiesa originaria vennero aggiunte due altre costruzioni per le sepolture regali; particolarmente famose sono le "cappelle incompiute" la cui parte esterna non fu in effetti ultimata; qui, come nei chiostri, alla struttura originaria del gotico, si aggiunse un'ornamentazione scultorea particolarmente fantasiosa, in stile "manuelino", tipico della cultura portoghese del '400-500. Il pellegrino che si reca al santuario rimane stupito nel vedere un complesso gotico che è il più bel monumento religioso di tutto il Portogallo. Raramente lo stile fiammeggiante è arrivato a realizzare raffinatezze cosi affascinanti: una selva pittoresca di pinnacoli, cuspidi, guglie, decorazioni e merletti di pietre di un calcare molto fine e dorato, che limitano le modanature o si assottigliano e si stagliano sulla volta. Sul portale ovest della chiesa si gode la bella vista di un centinaio di figure, tra cui Mosè e i profeti, e, nelle curvature, santi, angeli, re, papi, martiri. Nel timpano domina Cristo, circondato dai quattro evangelisti, e nello strombo emergono i dodici apostoli. L'insieme delle immagini, lo slancio della navata, dai pilastri alti più di 30 metri, e la mirabile perfezione della volta a crociera portano d'istinto alla preghiera. Inoltre, sulla destra rispetto all'entrata, s'innalza la cappella del fondatore, al centro della quale giace la tomba del re Giovanni I il Grande (†1443) e della regina Filipa di Lencastre (†1416). Sul sepolcro, i due sovrani, con la corona in testa, sono rappresentati mentre si danno la mano, esprimendo così la loro reciproca fedeltà al di là della morte. Sui lati di questa cappella quadrangolare riposano i figli nati dai due monarchi, in particolare Enrico il navigatore e Ferdinando il santo, il martire di Fez e l'eroe della tragedia di Calderón de la Barca, "El principe constante". Nella sala del Capitolo, dal 1921 è stata collocata la tomba del milite ignoto, rappresentata da due soldati portoghesi, l'uno della campagna di Francia e l'altro della campagna d'Africa. Per tutti questi motivi il santuario di Batalha, che testimonia la protezione di Maria verso il Portogallo e la gratitudine di questa nazione verso la Madre di Dio, non può non richiamare pellegrini e turisti in tutto l'arco dell'anno.