L'icona
che si venera nella cattedrale di Smolensk, dedicata all'Assunta, viene da
Costantinopoli, come quasi tutte le icone più antiche, ed è dei tipo
dell'Odigitria. Secondo la
tradizione,
sarebbe stata dipinta da S. Luca per la comunità di Antiochia. Passata prima a
Gerusalemme, nel V secolo fu venerata a Costantinopoli nella chiesa di
Blacherne. Nel 1046 fu portata in Russia dalla principessa bizantina Anna,
andata sposa al principe di Czemigov Vsevolod Iaroslavic. Nel 1101 Vladimir
Monomach, figlio di Anna, la portò a Smolensk, collocandola nella cattedrale
dell'Assunta. Da allora l'icona prese il nome di Smolenskaja e divenne
un punto di riferimento per invocare consiglio e soccorso. Infatti, con l'aiuto
della santa icona, Vladimir Monomach riuscì a riportare la pace e l'armonia tra
i principi dissidenti e a unificare la Russia. Nel 1238 fu il ricorso
all'icona miracolosa che portò alla fuga l’Orda d'oro dei
mongoli-tartari decisi ad annientare Smolensk. Nel 1398 l'icona fu portata a
Mosca e collocata nella cattedrale dell'Annunciazione nel Cremlino. Ma nel
1456 fu restituita a Smolensk dopo aver fatto una copia per Mosca, la quale,
nel 1524, fu posta nella chiesa della Dormizione del monastero
Novodevičij, dove è venerata ancora oggi. Durante
la guerra del 1812 contro la Francia di Napoleone, per ordine del maresciallo
M. I. Kutuzov, l'icona fu trasportata sui campi di battaglia, perché la sua
presenza infondesse coraggio ai combattenti. Lev Tolstoj (1828-1910) lo ricorda
nel suo celebre romanzo: "Sorpassando Pierre, soldati e militi, senza
berrettoni, correvano incontro alla processione. 'Portano la Santa Madre! La
interceditrice!... La Madonna di Iversk!...'. 'La Santa Madre di Smolensk'..... I militi, così quelli che erano nel villaggio, come quelli
che lavoravano intorno alla batteria, gettate le pale, corsero incontro alla
processione. Dietro al battaglione, che procedeva per la strada polverosa,
camminavano i sacerdoti in stola, un vecchietto con la mitra, insieme con
diaconi e cantori. Dietro ad essi, soldati e ufficiali portavano in una
custodia una grande icona dal volto nero. Era l'icona tolta da Smolensk e che da
quel tempo veniva portata dietro all'esercito. Dietro e intorno all'icona,
davanti ad essa, da ogni parte, camminavano, correvano e si prosternavano sino
a terra, a capo scoperto, folle di militari". Dopo la vittoria, fu
istituita una festa annuale, il 5 novembre, in ringraziamento dell'aiuto e
della protezione della Vergine. Il 22 novembre 1991, festività ortodossa della
Madre di Dio, la Smolenskaja fu vista lacrimare tutto il giorno davanti ad una grande folla
di fedeli. Il vescovo di Smolensk, Cirillo Gundajaev, sottopose il caso al Santo
Sinodo, presieduto dal patriarca Alessio II, che accertò la veridicità del
fatto
e stabilì che nella diocesi di Smolensk, il 22 novembre di ogni anno, fosse
celebrato l'avvenimento miracoloso.