LO XENODOCHIUMmi-smsansatiro11.jpg (91500 byte)

Nata forse come cappella gentilizia, il testamento dell’arcivescovo Ansperto assicura che dall’879 la basilichetta di S. Satiro (e Ambrogio e Silvestro) assunse la funzione di chiesa della "cella" monastica addetta al servizio dello xenodochium e dei pellegrini che vi venivano accolti al loro passaggio da Milano. Essi potevano essere diretti a Roma, Santiago de Compostela, alla Terra Santa o forse semplicemente alla "basilica Regum" (attuale Sant’Eustorgio) per venerare le reliquie dei Re Magi che Milano custodì per secoli, fino alla sua resa al Barbarossa nel 1162.

L'AFFRESCO MIRACOLOSO

Un’impennata di pietà, devozione e afflusso di pellegrini si verificò dopo il 25 marzo 1242, quando avvenne il miracolo del sangue sgorgato dall’affresco, ora sopra l’altare maggiore.

IL MIRACOLO DEL SANGUE

"L’anno poscia del 1242 il giorno della Nontiatione della Madonna, trovandosi in tal giorno uno per nome Massatio da Vigonzone haver giuocato ciò c’haveva fino a i panni con che era vestito et andavasi come disperato, perviene alla chiesa di S. Satiro e quivi vide l’imagine della gloriosa Madre di Dio col suo Fanciullino nelle braccia che stava pinta nella muraglia del cimiterio di detta chiesa vicino alla porta. Et egli, ripieno tutto di rabbia e furore diabolico, misse mano ad un coltello c’haveva e con grand’ira ficcollo nella gola al nostro signor Giesù Bambino, e di subito miracolosamente n’uscì sangue in abbondanza di modo che diede nella faccia al detto Massatio et insanguinò tutta la effigia di Nostro Signore". P. Morigi, Santuario di Milano, Milano 1603; ed. del 1643

LA CONFRATERNITA

Pietà, devozione e afflusso di pellegrini fecero nascere nel XV secolo la Confraternita di Santa Maria che volle mi-smsansatiro12.jpg (17741 byte)edificare, accanto alla basilichetta di San Satiro – ormai diventata sede della parrocchia omonima –, il pregevole santuario rinascimentale. Segno della continua devozione notiamo, per tutto il Cinquecento, il susseguirsi di edificazioni di altari e cappelle e il desiderio dei confratelli e dei parrocchiani più illustri di essere sepolti all’interno del santuario mariano (lo stesso Ludovico il Moro inizierà la costruzione di una cappella mai portata a compimento per il rapido mutare degli eventi storici). Nel corso del XVI sec. nascono anche la Confraternita del SS.mo Sacramento e due scuole di dottrina cristiana, maschile e femminile.

UN NUOVO MIRACOLO

Una donna nobile chiamata Dorothea di Crivelli stando per sette giorni in parto con grandissimi dolori e quasi disperata, intendendo questa gloriosa immagine corruscare di tanti miracoli presto presto si fece portare a Santo Satiro et essendo quivi fece voto et di subito s’adormentò et vidi in sonno la Beata Vergine parlandogli in questo modo interrogando: conosci tu l’imagine mia? sai tu quella antiffona che dice "Santa Maria soccorre alti huomini miseri, aita gli pusilanimi reficia gli deboli, prega per lo popolo, intervene per lo clero, intercede per gli devoti d’ogni sesso: tutti sentono il tuo aiuto li quali celebrano la tua santa solenne festa". La quale antiffona respondendo la donna che ben sapea, la Beata Vergine dissi: "se questa antiffona dirsi sette volte ad honore del suo nome, di subito con salute parturirai". Alla voce della quale la donna svegliandosi la predetta antifona cominciò a dire con gran timore: e, compìta, fu liberata d’ogni dolore e partuìì un bel figliuolino. Quella, con gran allegrezza tornò a casa sua lodando la gloriosa Vergine; et per questo miracolo, dall’Abbate di Santo Ambrogio fu instituito che il sacerdote di Santo Satiro ogni giorno di festa, celebrati gli divini officii, debb’andare d’avante alla detta imagine della Beata Vergine.

LA PESTE

Durante la peste del 1576-77 si crea, attorno alla croce stazionale di San Mauricillo sorta all’incrocio tra le vie Speronari, Tre Re, Cappello e Falcone, l’omonima confraternita che opererà fino al XVIII secolo. Come accennato precedentemente dalla metà alla fine del XVIII secolo la chiesa venne officiata dai Filippini, passando poi al clero diocesano.

IL "PEGNO" ECUMENICO

In anni recentissimi S. Maria presso S. Satiro è stata scelta dall’arcivescovo di Milano card. Carlo Maria Martini come depositaria di un pegno ecumenico: un’icona mariana donata dal patriarca Alessio I al primo gruppo ecumenico milanese (1963). Da allora la parrocchia promuove la preghiera per l’unità dei cristiani con una Messa vespertina durante la quale viene esposta l’icona della Madonna "Iverskaja" Il cardinale non a caso ha pensato a S. Satiro: lo zelo ecumenico della Chiesa fu una caratteristica dello spirito del fratello di Ambrogio, come afferma lo stesso santo Patrono nel suo discorso De excessus fratris Satyri.

IL RIMPIANTO DI AMBROGIO

"Che tosa farò adesso perché ho perduto ogni dolcezza, ogni conforto e qualsiasi bellezza in questa vita? Tu solo mi davi l'unico conforto in casa, l’unico prestigio in pubblico; tu, io dico, eri arbitro nei consigli, partecipe delle mie preoccupazioni, eri colui che mi stornava le angustie e mi fugava le angosce dell’anima; tu eri il sostenitore dei miei atti e il difensore delle mie idee; tu eri, infine, l’unico al quale potevo lasciare le cure domestiche e affidare affari pubblici. Chiamo a testimonio la tua santa anima che io spesso ho temuto di dispiacerle quando si trattò dei lavori per la costruzione delle chiese. Infine, quando ritornasti, tu mi rimproverasti l’indugio; così in casa e negli affari pubblici tu fosti invero il maestro e l’arbitro del vescovo per impedirgli di avere inutili preoccupazioni domestiche e per pensare solo alle cure del suo ministero: dico ciò senza temere di sembrare presuntuoso con le mie parole; ma questo ridonda a te di lode perché senza la minima offesa e governasti la casa del fratello e onorasti il suo sacerdozio."S. Ambrogio, De excessus fratris Satyri

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