Il culto alla Vergine del Monte era molto diffuso: numerosi fedeli salivano a pregarla percorrendo la ripida mulattiera. Nel 1500 i pellegrinaggi, dicono le cronache, erano circa duecento all'anno. Nel 1560 giunsero a Varese i padri cappuccini, il cui convento si trovava a Casbeno lungo l'attuale via Monastero Vecchio. Era allora arcivescovo di Milano S. Carlo, ed è noto che egli mise ogni cura e premura per far praticare ed osservare i decreti del Concilio di Trento nelle parrocchie che egli visitava nella vasta diocesi. I padri cappuccini di Varese ricevettero dall'autorità ecclesiastica l'incarico della cura spirituale, della predicazione e dell'amministrazione dei Sacramenti alle romite del Monastero. varese61.jpg (24295 byte)

Nel 1602 i superiori incaricarono padre Gian Battista nobile Aguggiari da Monza, di tenere le conferenze settimanali al monastero. Padre Aguggiari, celebre predicatore, fu devotissimo alla Madonna della quale, precedentemente al suo arrivo a Varese, aveva visitato santuari a Lei dedicati tra cui Loreto, S. Maria Maggiore di Roma, l'Annunziata di Firenze e S. Luca di Bologna. Narrano le cronache che il Padre, in un tardo pomeriggio d'autunno del 1603, scendeva dal santuario dove aveva compiuto i suoi doveri, in compagnia del padre confessore delle monache e del signor Giuseppe Bernascone, detto "il Mancino", architetto che aveva costruito il campanile del Santuario e che aveva fatto visita ad una sua figlia, monaca lassù da poco tempo. Durante il cammino il padre confessore rese noto ai suoi compagni il desiderio espresso da una religiosa, suor Tecla Maria Cid, di far costruire a sue spese una Cappella a metà monte per offrire una sosta ai pellegrini e, nello stesso tempo, per consentire la disposizione d'animo al raccoglimento necessario prima di giungere al Santuario. La Cappella, sempre secondo il desiderio della monaca, doveva rappresentare qualche Mistero della fede. La monaca Tecla Maria Cid, era sorella o parente diretta di Francesco Cid, generale dell'esercito spagnolo di stanza a Milano (la Lombardia infatti era sotto il governo del re di Spagna). Padre Aguggiari si rallegrò molto nell'ascoltare la proposta in quanto, in cuor suo, desiderava di costruire non una, ma tante Cappelle distribuite lungo un ampio viale, ben distanziate e proporzionate, ornate di pitture e di statue rappresentanti i Misteri del Santo Rosario. I pellegrini sarebbero saliti al Monte con maggiore agilità ed in più avrebbero potuto contemplare le raffigurazioni e pregare lungo il viale meditando sui Misteri tra una Cappella e l'altra. Padre Aguggiari, senza perdere tempo, propose di incominciare a segnare i luoghi, dove poi sarebbero state costruite le Cappelle, con croci di legno e con apposite cassette per raccogliere le offerte dei pellegrini. Suor Tecla Maria Cid avrebbe sostenuto la spesa per tale lavoro.

Il Bernascone, architetto della zona, si offrì per il tracciato del viale e l'erezione delle Cappelle da progettare a forma di tempietto. Padre Aguggiari s'incaricò di illustrare, durante le sue predicazioni, il progetto allo scopo di raccogliere offerte.varese62.jpg (22914 byte) Il tempo scorreva e il Padre pensava di affidare la costruzione di ogni Cappella per la parte delle spese, alle borgate più grosse dell'alto milanese e del varesotto. Egli pensava anche che era necessario cominciare, ma come? e da dove? Nel 1604 padre Aguggiari incontrò il parroco di Malnate, don Vincenzo Gigli che, per sette anni, era stato confessore delle monache del Sacro Monte e che nutriva grande devozione per quel luogo: gli espose il suo progetto, comunicandogli che era necessario farlo conoscere durante le pubbliche prediche nelle terre vicine. Don Gigli si ricordò che questo era già stato il sogno di un certo Giovanni Rainaldi, magistrato straordinario di Milano, protettore delle monache e benefattore dei cappuccini, che pensava di fabbricare una Cappella sul Monte, ma morì prima di dare vita al suo desiderio. Il parroco di Malnate invitò padre Aguggiari ad iniziare la predicazione nella sua chiesa nel giorno della festa principale, quella di S. Martino. Padre Aguggiari non volle iniziare la predicazione senza aver prima informato del progetto le rev.de monache: queste si mostrarono contentissime e risposero con prontezza e con generosità, all'invito del Padre di fare "la cerca delle oblazioni" tra loro. La popolazione di Malnate offrì "denaro, anelli, moggia di grano, bracciali, cuffie d'oro, panni e persino un paio di scarpe nuove acquistate per una festa da ballo". La domenica successiva, 14 novembre, la popolazione di Malnate saliva in processione al Sacro Monte per portare alla Madonna l'offerta raccolta. L'auspicato progetto del cappuccino diventava realtà. Padre Aguggiari fu chiamato a predicare in più paesi: in ogni luogo le offerte erano cospicue. Intanto il Bernascone lavorava alla preparazione dei progetti delle Cappelle e del vialone che le doveva unire.

Quando tutto fu pronto padre Aguggiari si recò dall'eminentissimo cardinale Federico Borromeo, arcivescovo di Milano, perché vedesse ed approvasse dando facoltà e licenza di attuare il progetto e di predicare in tutta la diocesi per raccomandare l'iniziativa ed infine perché concedesse la sua protezione. S.E. l'arcivescovo, compiaciuto, concesse subito la licenza di libera predicazione e di raccomandazione delle offerte al padre Cappuccino. In considerazione che l'opera doveva sorgere nella sua diocesi, diede ordine a mons. Alessandro Mazzenta, sovraintendente alle costruzioni ecclesiastiche, di recarsi al S. Monte per rendersi conto, sul luogo, del progetto e di disporre tutto il necessario per l'inizio dei lavori. S.E. l'arcivescovo fissò le modalità per la costituzione di una commissione di nobili persone e religiosi del borgo di Varese, con l'incarico di amministrare le entrate e sovraintendere alle costruzioni.

La commissione fu istituita nel 1608. Il Papa Paolo V, con un suo Breve nel 1610, confermava l'istituzione. La commissione entrava ufficialmente in funzione e, rinnovata, a mano a mano, nei suoi membri, operò fino al 1680 anno in cui essendo quasi ultimati i lavori, venne sciolta. L'amministrazione e la manutenzione delle Cappelle venivano incorporate al Monastero, padrone del Monte. Padre Aguggiari, ottenuti i permessi, si adoperò molto ed intensificò la sua predicazione non solo nella diocesi, ma anche altrove e precisamente nelle plaghe di Como, di Novara, di Pavia, di Vercelli, di Lodi, di Vigevano e persino di Santhià in quanto i rispettivi vescovi ne appoggiarono l'opera.

Nella Basilica, sopra l'altare maggiore, protetta da una vetrata, si trova la statua venerata della Vergine del Monte ricoperta da un ricco manto e con il Bambino Gesù in grembo.

Nel sec. XVII, periodo della costruzione delle cappelle del S. Rosario lungo la Via Sacra o vialone, la basilica rappresentò l'ultimo dei misteri gloriosi ossia l' "Incoronazione della Vergine fra gli Angeli". La Badessa del Monastero, madre Domitilla Frasconi, ottenne dal rev.do Capitolo di S. Pietro in Roma la corona d'oro per la Vergine del Monte. Infatti il rev. Capitolo ogni venticinque anni concede la corona d'oro a uno dei più insigni santuari del mondo. Nel 1739 la corona d'oro fu concessa alla Madonna del Monte. L'incoronazione solenne ebbe luogo il 5 luglio 1739 da parte di S.E. il card. Carlo Gaetano Stampa, arcivescovo di Milano, alla presenza di molta folla. I festeggiamenti durarono otto giorni, con illuminazione, fuochi e musiche, suono di campane e di trombe. Ecco la descrizione di una persona presente:

"La domenica 5 luglio, la statua della Madonna fu tolta dall'altare e portata da quattro sacerdoti, in piviale, sotto il baldacchino tenuto da spiccate notabilità; fu collocata sulla gran macchina preparata in piazza, alta così che si potesse vedere dalle migliaia e migliaia di persone radunate sulla cima e sul pendio del monte.

"L'incoronazione fu compiuta dall'Em.mo card. Carlo Gaetano Stampa che, sebbene ammalato, e contro il parere dei medici, aveva voluto recarsi sul Monte a quell'atto solenne di devozione alla Vergine Santa. Lo assistevano parecchi vescovi e monsignori. Il cardinale nell'atto di porre in capo alla Vergine la corona, pronunciò la formula rituale: 'Come per nostra mano sei coronata quaggiù in terra, possiamo noi per tua mano essere coronati lassù in cielo".

La corona attuale non è quella originale che fu asportata durante la Repubblica Cisalpina. In seguito la Madonna fu di nuovo incoronata per intervento delle Romite. Il 18 giugno 1983 l'arcivescovo di Milano mons. Carlo Maria Martinvarese63.jpg (52538 byte)i, per mezzo di una scala appositamente predisposta, reincoronò la Madonna e Gesù con atto di riparazione al furto sacrilego del 18 maggio dello stesso anno. I ladri, infatti, strappate le corone, non ritenendole preziose, le abbandonarono dopo averle danneggiate. Le corone, restaurate con prontezza, sono così al loro posto per la terza volta. La Madonna è patrona del rione: la sua solennità cade il 15 agosto, nel giorno dell'Assunzione della Vergine al Cielo.

PREGHIERA

O Maria, cara Madre nostra, Vergine del Sacro Monte! Città fondata sul Monte di Dio, sempre illuminata dal sole di Cristo per indicare la Via ai pellegrini della nostra Terra.

O Regina clemente! Volgi gli occhi tuoi sui figli pellegrini che ascendono il tuo Monte, attratti dalla tua bellezza! Mostraci l'Unigenito del Padre che nasce dal tuo seno. Fa di noi, o Madre, le pietre vive per costruire la splendida Città di Dio.

O Madonna del Sacro Monte! Ti contempliamo come figli che cercano il volto della Madre, pellegrini affaticati dalla difficile ascesa. Accanto a Te gustiamo la pace del cuore.

Confermaci, o Madre, nel buon volere, non permettere che ridiscendiamo in basso, donaci il perseverante impegno di raggiungerTi in cielo.

Così sia. lmprim. 1985 † Giovanni Saldarini