IL VOTO ALLA VERGINE DELLE GRAZIE
La Certosa di Pavia costituisce veramente un luogo dello spirito. Al
visitatore attento parlano linsieme di opere darte lasciate dalla fede e dalla
creatività delluomo in questo luogo.Innanzi tutto essenziale è il legame
tra la Vergine Maria, cui è dedicata la basilica, e la Certosa. Infatti la fondazione si
deve a un voto, sotto forma di testamento, che fece Caterina Visconti, figlia di Bemahò e
di Regina della Scala, nonché seconda moglie di Gian Galeazzo: "Et giunto
lanno mille trecento novanta a punto, a otto di gennaio, Caterina mogliera di Giovan
Galeazzo, Conte di Virtù, votandosi sotto forma di testamento ordinò che in una villa
del Pavese, dove spesse volte andava, si dovesse fabricare un monasterio di Certosini con
dodici monaci, et in caso di parto morendo, pregò il marito che volesse adempiere tali
ordinationi raccomandandogli la sua famiglia specialmente i fratelli e le sue
sorelle." I Visconti erano particolarmente devoti alla Vergine, infatti dopo
lintitolazione a Maria Nascente del Duomo di Milano a motivo del desiderio di avere
prole maschile da cui il nome "Maria" a tutti i maschi dei Visconti
vollero dedicare alla Madonna delle Grazie lerigendo complesso monastico (Gratiarum
Carthusia).
IL BEATO MACONE
Consigliere di Caterina fu il beato Stefano Macone, già segretario di Caterina da Siena, certosino, chiamato in Milano dai Visconti nel 1389 per dirigere la Certosa di Garegnano. La devozione a Maria delle Grazie suggerita dal beato era anche appoggiata dal papa Urbano VI, perché ciò potesse impetrare dal Cielo la cessazione dello scisma nella Chiesa occidentale. Tale devozione era stata importata dallOriente nel 1378 e trapiantata felicemente in Occidente a sostegno della lotta contro gli antipapi (in questo modo si legavano i Visconti al vero successore di Pietro, evitando il rischio che questi per opportunismo passassero ai scismatici). Possiamo quindi affermare che accanto a Caterina, fundatrix et fautrix, anche il beato Macone fu lispiratore della Certosa e della particolare devozione a Maria.
L ICONOGRAFIA MARIANA
La Certosa è ricca di immagini mariane: dai bassorilievi della facciata e
dalla stessa indicazione della dedicazione "A Maria, figlia, sposa e madre" fino
alle cappelle:
nella prima cappella di destra, di S. Veronica, "Vergine e angeli"
del Bergognone, nella seconda cappella di destra, di S. Ugone, polittico con "Gesù
risorto, Madonna col Bambino, i Ss. Ugone e Anselmo" di Macrino dAlba (1496),
nella sesta cappella di destra dei Ss. Pietro e Paolo, "Vergine con i Ss.Pietro e
Paolo"(Guercino, 1641). Nei due catini dei capi del transetto gli affreschi absidali
del Bergognone magnificano la Vergine e i committenti ("Incoronazione della
Vergine" e "Presentazione della Certosa alla Vergine") .Ricordiamo ancora
la "Madonna del Garofano" del Luini un tempo in una cella del chiostro grande,
poi collocata nel locale del lavabo; ancora degna di nota è la "Madonnina del
tappeto" che si trova sulla porta daccesso al piccolo chiostro. Nella sagrestia
nuova troviamo il paliotto daltare raffigurante la "Nascita della Vergine"
(Giuseppe Rusnati, 1696), mentre allaltare è collocata l"Assunzione
della Vergine" (Andrea Solario, 1524). Da ultimo ricordiamo il tondo sul Sole
raggiante (la "raza" era anche lemblema visconteo) del Bergognone
raffigurante la Vergine e il Bambino, nel refettorio.Attraverso queste opere è possibile
leggere tutta la vita di Maria, dal momento della sua Immacolata Concezione alla sua
gloriosa Assunzione. Inoltre mentre si cammina sotto i portici dei due chiostri,
con lo snodarsi dei festoni ornamentali in cotto, si può ritmare la preghiera
dellAve Maria.
IL TEMA CRISTOCENTRICO
Laltro polo tematico della Certosa è rappresentato dal Figlio della Vergine e dai santi, esempio e termine accessibile dellimitazione di ogni cristiano. Un altro motivo di interesse religioso è il susseguirsi di diversi ordini monastici nella custodia della Certosa: Certosini, Cistercensi, Carmelitani, i quali hanno sempre tenuta viva la devozione e se ne sono fatti promotori tra il popolo.
I CERTOSINI
In particolare ricordiamo che una delle feste più solenni dei Certosini era il Corpus Domini. Per loccasione veniva organizzata una processione che si snodava dal chiostro piccolo al grande, fino al pergolato, per ritornare poi in chiesa. Alla funzione partecipavano tutti gli abitanti dei dintorni e i bambini vestiti da angeli e adornati di fiori.
LE VERGINI SAGGE E LE VERGINI STOLTE
Sempre i monaci certosini vollero, nella chiesa, porre segni e immagini che fossero richiamo alla loro consacrazione religiosa. La porta che collega la navata con il presbiterio (Bernardino Robbiano, 1575) presenta la parabola delle vergini sagge e delle vergini stolte. Le prime sono raffigurate nella modestia dellatteggiamento e dellabbigliamento, le seconde invece sono discinte o con abiti e acconciature appariscenti. La raffigurazione non è casuale se si pensa che in questo luogo i monaci si riunivano a pregare di notte, quindi il ricordo della parabola era un preciso invito ad attendere il Mistico Sposo con la lampada ardente della preghiera e della fede.
LA CERTOSA, INNO A MARIA
Maria Gra (Maria delle Grazie) è il monogramma distribuito dappertutto, qui in Certosa, è la titolatura con la quale Maria viene definita, è come una invocazione di cui ci si serve per introdursi a lei, è la sintesi della devozione, con la quale offerenti, monaci e artisti hanno rappresentato in questo tempio la vita della Vergine. Gli artisti hanno fatto ciò in una lunga stagione di lavoro, durata tre secoli, esprimendo con il linguaggio dellarte lamore e la pietà che essi avevano verso Maria, ed evidenziando una delle componenti della spiritualità certosina. Card. Virgilio Noè, nel 50° di ordinazione, 4 maggio 1995