NOTA di Vittorio Messori

 

Ci troviamo di fronte, qui, a quello che può apparire solo un dettaglio pittoresco, mentre — se guardiamo con un po' di attenzione — si rivela un elemento folgorante di verità, sepolto nelle pieghe dell'interrogatorio processuale. Vediamo, allora, questo lampo chiarificatore che non ci sembra essere stato colto in tutta la sua importanza dagli storici del Gran Milagro.

La moglie di Miguel Barrachina si chiamava Ursula Means, coetanea del marito: dunque di "cinquant'anni di età, poco più o poco meno", secondo la formula approssimativa di quei tempi in cui la gente era sprovvista di calendari. Stando alla sua deposizione, alla pari del marito conosceva benissimo il miracolato, suo vicino di casa, e testimonia di averlo visto abitualmente togliersi la  gamba di legno e di non avere soltanto constatato più volte lo stato del moncherino, ma di averglielo anche toccato. Sempre sotto giuramento, conferma di avere sentito Miguel che quella sera del 29 marzo si lamentava perché "gli doleva molto la gamba"; lo vide poi togliersi la protesi di legno e, arrastrando, trascinandosi, gettarsi sulla cama, il letto, che la madre gli aveva preparato ai piedi del matrimoniale.

E, qui, diamo la trascrizione completa e letterale della parte che più ci interessa della testimonianza di Ursula Means: «Di lì a poco la deponente e il marito andarono a casa loro. E questo disse essere verità, sotto giuramento. All'articolo 22, rispose e disse la deponente che, essendosi coricata con suo marito, dopo mezz'ora, poco più o poco meno, sentì chiamare alla porta e suo marito rispose e udì la deponente che lo chiamavano nella casa dei genitori di Miguel Juan Pellicer e lui andò ed essendo ritornato a casa sua dopo poco, subito le disse che il ragazzo (el mucbacho) di Pellicer tiene àos piernas o camas e la deponente rispose mira si las tendra, dicendo questo per scherzo (por risas) e il marito le replicò vieni e lo vedrai e la deponente andò e vide che la madre faceva grandi convulsioni e desiderando sapere perché, entrò nella camera dove dormiva Miguel Juan e vide che teneva due gambe, avendo visto prima, come deposto, che ne teneva una sola...»

Per capire, occorre ricordare che Calanda non è lontana dalle regioni (Catalogna e Valencia) in cui si parla il catalano: e proprio da questa lingua viene un dialetto che ancora oggi è diffuso nella zona. Il cognome di Ursula (Means), ancor più che quello del marito (Barrachina) indica l'origine catalana o valenciana. Quanto al nome di battesimo, c'è un ulteriore indizio nel fatto che il culto di sant'Orsola è particolarmente diffuso nella zona di Lleida (Lérida), la più vicina tra le grandi città catalane. Non si dimentichi che, per riempire i vuoti lasciati dalla deportazione dei moriscos, la popolazione di Calanda, come quella di tutta la regione, era composta in gran parte da immigrati, attirati qui da privilegi reali. I coniugi Barrachina dovevano alternare catalano e castigliano, lingua prevalente e ufficiale in Aragona, a seconda che fossero tra loro o con altri.

Ebbene, mentre in castigliaiio cama significa "letto", la stessa parola in catalano significa "gamba". Torniamo, allora alla deposizione: il marito della donna, in stato di grande agitazione, le grida, assai probabilmente dalla strada, che il figlio dei Pellicer ha di nuovo dos camas, due gambe. Lo dice in dialetto catalano, perché questo è il linguaggio che usano tra loro, in famiglia. Essendo quella, però, un'occasione pubblica (era sulla strada, doveva esserci altra gente con lui) Ursula crede che parli in castigliano, come di solito in quelle occasioni, e che il marito le comunichi che, avendo dos camas, il giovane abbia "due letti". Da qui la risposta scherzosa, se non beffarda (por risas) della donna, con un'espressione idiomatica non facilmente traducibile: Mira si las tendra! In italiano potrebbe suonare come un ironico, divertito "Ma davvero?" o "Ma guarda un po'.'" Secondo don Tomàs Domingo, buon conoscitore della nostra lingua avendo conseguito a Roma una delle sue lauree, potrebbe tradursi: "Mi sembra giusto che li abbia.'". In ogni caso, è una presa m giro — da contadina rustica e arguta — dell'uomo che, a quell'ora avanzata, quando già si erano coricati, le da', strillando con voce strozzata, questa pseudo notizia, che sembra del tutto assurda. Solo dopo essersi recata lei stessa a vedere che cosa è successo, Ursula si rende conto che non si trattava di "letti" ma di gambe,  piernas.

C'è qui, lo anticipavamo, un tocco straordinario di verità. Non si inventa (e perché, poi, lo si dovrebbe fare?) una simile celia, basata su un equivoco verbale, deponendo sotto giuramento davanti a un tribunale che, ben lungi dall'avere voglia di scherzare, cerca di stabilire se è avvenuto o no il più strepitoso dei miracoli. In quel mira si las tendras! gridato ironicamente dall'oscura contadina nella notte fatale, risuona una conferma tanto preziosa quanto inconsapevole della realtà di quanto testimoniato. Anche Dio — non solo il diavolo — può nascondersi nei particolari!