Santuario della beata Vergine di Caravaggio a Oga in Valdisotto

Francesca Bormetti

 

All’inizio del Settecento Giovannino Guata di Oga uscì vivo "da evidente pericolo di morte" – la tradizione parla di un attacco di vipere – e attribuì la sua salvezza all’intercessione della Madonna di Caravaggio che, anche in Valtellina, contava numerosi devoti. La Vergine era apparsa a Caravaggio (Bergamo) il 26 maggio 1432 e il suo culto era diffuso un po’ in tutta la Lombardia, anche perché sul luogo dell’apparizione sorse un santuario che divenne ben presto un attivo centro spirituale.

In segno di ringraziamento il Guata fece perciò costruire in località Le Motte una piccola cappella dedicata alla Madonna di Caravaggio. Il santuario che oggi vediamo sulla strada per Oga, un chilometro prima del paese, sorse invece per iniziativa degli abitanti che, nel 1718, ottenevano dal Guata la cappella in cambio dell’impegno a erigere sul luogo una chiesa vera e propria. La costruzione del nuovo edificio ebbe però inizio solo nel 1725 per concludersi, con qualche ritardo rispetto al previsto, nel 1742 con la realizzazione del presbiterio.

L’edificio è isolato in mezzo ai prati, in una posizione da cui si domina l’ampia conca di Bormio. La struttura architettonica, progettata dal capomastro Antonio Perini di Pellio in val d’Intelvi con l’assistenza del tagliapietra Vitale Tamagnino di Bormio, è articolata secondo una concezione centrica che internamente disegna una croce greca con due bracci laterali poco sviluppati e con un profondo presbiterio a terminazione piana, affiancato da una piccola sagrestia e da un campaniletto a bulbo. I prospetti esterni sono marcati da un sobrio ordine a fasce; la facciata, smussata ai lati, è però nobilitata da un doppio ordine architettonico.

Più articolato è l’interno, arricchito da un ordine gigante di paraste corinzie, da elaborati cornicioni in stucco e da coretti inseriti entro pareti oblique, speculari rispetto agli smussi del prospetto principale. L’arredo è ridotto all’essenziale. L’altare maggiore, realizzato nel 1751-52 da Alessandro Prati di Cles (Trento) e solo in un secondo momento dipinto a finto marmo, ospita il gruppo ligneo dell’apparizione della Madonna di Caravaggio, eseguito verso il 1888 dalla ditta Verrobout di Parigi. I due altari laterali, che un furto ha privato di statue e intagli, sono opera dell’intagliatore tirolese Matthias Peder (1782), in collaborazione con l’indoratore Giovanni Vith di Malles, la cui firma compare anche sulla tela dell’altare di destra raffigurante Sant’Anna con Maria bambina, san Gioacchino e sant’Antonio di Padova. Non si sa invece chi sia l’autore dell’altra bella tela con la Madonna del Carmine fra santi e l’Angelo custode. Risale infine al 1799 il pulpito di Sebastiano Rainolter.

L’interno non appare comunque spoglio: pareti e volte sono completamente rivestite da una decorazione pittorica eseguita in parte dal ticinese Giovanni Meletta, che nel 1890 lavorò nel presbiterio, e in parte da Fedele Martinelli da Bizzarone, chiamato nel 1932 a restaurare gli affreschi del Meletta e ad ornare il resto della struttura. Il tema è quello mariano. Sulla volta del presbiterio si scorgono l’Assunta e gli Evangelisti entro medaglioni mistilinei; per il resto la decorazione è tutta un rincorrersi di riferimenti simbolici (la fonte, la porta del cielo, uno stendardo con la corona del rosario, una nave) e di titoli tratti dalle litanie.

Nei secoli la Madonnina di Oga costituì, insieme all’altro santuario mariano settecentesco della zona, quello di Uzza, un punto di riferimento per i fedeli della Magnifica Terra, un luogo di devozione mariana caro non solo agli abitanti, che per antica tradizione il 26 maggio trasportano in processione per le vie del paese il gruppo ligneo dell’apparizione, ma anche ai fedeli del circondario che, in passato, inviarono numerose offerte e organizzarono processioni per implorare la pioggia e la protezione della Vergine. Accanto ai pellegrinaggi organizzati, innumerevoli furono quelli compiuti da singoli fedeli per chiedere aiuto o come riconoscenza per grazie ricevute, attestate da alcuni ex voto che la chiesa conserva.

La festa del santuario cade il 26 maggio, anniversario dell’apparizione della Madonna di Caravaggio, ma altre Messe si celebrano il 15 agosto, nella solennità dell’Assunta, e nelle domeniche d’estate.

 

Per informazioni: tel. 0342 929166.

Bibliografia

T. URANGIA TAZZOLI, La contea di Bormio. L’arte, II, Bergamo 1933.

M. GNOLI LENZI, Provincia di Sondrio, Roma 1938 (Inventario degli oggetti d’arte d’Italia, IX).

C. BOZZI, Il Santuario della Beata Vergine di Caravaggio, in Guida turistica della provincia di Sondrio, Sondrio 1979.

C. BOZZI, La Madonna in Valtellina. Santuario della B. V. di Caravaggio.

Parrocchia di Oga Valdisotto, s.l. e s.d.