Santuario della beata Vergine della misericordia a Uzza in Valfurva
Francesca Bormetti
La chiesa della beata Vergine della misericordia, meglio conosciuta come Madonnina di Uzza, sorge allimbocco della Valfurva, nelle vicinanze dellabitato omonimo. La sua costruzione prese le mosse dal desiderio di custodire degnamente unimmagine sacra verso la quale si era da qualche tempo indirizzata la devozione popolare. Limmagine in questione, una Madonna del latte con san Giuseppe sullo sfondo, si trovava sul muro di una casa appartenente alla famiglia Calderari di Bormio, ma, essendo questa diroccata, nel 1705 fu presa la decisione di costruire una chiesa per mettere in salvo la venerata immagine che venne inglobata nella parete di fondo del presbiterio.
Promotori delliniziativa furono il parroco di SantAntonio Valfurva, Baldassarre Bellotti, sostenuto dalla comunità di valle, e il canonico di Bormio, Baldassarre Francesco Casolario, appoggiato dai Bormini che, a quanto pare, parteciparono anche finanziariamente allimpresa. La progettazione fu affidata al capomastro Stefano Panizza di Ponte che, forse suggestionato dallo schema centrale della vicina chiesa gesuitica di SantIgnazio in Bormio, concepì un edificio a pianta ottagonale coperto da una grande cupola conclusa da un lanternino. Una minuscola sagrestia si trova sulla sinistra, mentre sul retro si innalza, esattamente sopra il presbiterio, il bel campanile concluso da una lanterna ottagonale e da una cuspide a bulbo di influenza tedesca.
Le pareti esterne sono movimentate al centro da una nicchia, mentre gli spigoli sono segnati da doppie lesene piegate a libro reggenti un elaborato cornicione, oltre il quale le pareti proseguono, leggermente arretrate e per un breve tratto, fino al tetto. La facciata si differenzia dagli altri prospetti solo per la presenza di un portale in pietra verde, che nel fastigio ospita un ovale con la scritta "Ave mater misericordiae", e di una nicchia più piccola con un affresco della Madonna col bambino e san Giuseppe.
Lesene e cornicioni nobilitano anche lo spazio interno, ingentilito da decorazioni pittoriche settecentesche incentrate sul tema mariano. Gli affreschi delle pareti, realizzati grazie al contributo degli emigrati a Brescia, raffigurano scene della vita della Madonna la Natività della Vergine, la Presentazione di Maria al tempio, lAnnunciazione, la Natività, la Pietà, lAssunzione e vengono attribuiti al pittore Giovanni Telser. In controfacciata è dipinta una scritta commemorativa della consacrazione delledificio, in cui compare anche il nome del capomastro Stefano Panizza, oltre a quello del vescovo Giuseppe Olgiati, che consacrò la chiesa nel 1717. Al più modesto Noale vengono invece riferiti gli affreschi del presbiterio: sulla volta, entro cornici a stucco, compaiono lImmacolata, SantAntonio da Padova e San Giuseppe col bambino, mentre sulle pareti troviamo i Santi Francesco Saverio e Lorenzo. Alla stessa mano sembra riferibile anche la decorazione della cupola, capricciosamente ornata da cariatidi, putti, festoni e da santi entro elaborate cornici. Il dipinto di maggior valore rimane comunque la venerata Madonna del latte, murata nel presbiterio.
Gli abitanti della zona si danno appuntamento nel santuario lultimo giorno di maggio, quando la cerimonia religiosa è occasione per distribuire una coroncina del rosario ai giovani che hanno fatto la prima comunione.
Per informazioni: tel. 0342 945712.
Bibliografia
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T. URANGIA TAZZOLI, La contea di Bormio. Larte, II, Bergamo 1933.
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