Il santuario e la famiglia: presenza e testimonianza

 Concetta Mandraffino

 

 Il pellegrinaggio giubilare ha dimostrato come la chiesa di Cristo sia giovane, sempre in movimento, piena di cammini nuovi. Tanti cristiani hanno fortificato la loro fede, il volontariato ha offerto giornate dense d’impegni, molte famiglie hanno aperto le porte di casa a stranieri e sconosciuti, ritrovando un’identità che stava sbiadendo in un contesto sociale proteso verso l’immediato. Abbiamo cominciato a comprendere come il dono di Cristo, la vita, diventi vocazione che spinge verso l’esterno il nostro io più profondo, per costruire insieme a ogni altro, vicino o lontano, una comunità più solidale, più disponibile. Scopriamo giornalmente la grandezza dell’amore di Gesù, che non ci fa pesare come sentenza a vita i nostri errori, ma ci dà la possibilità di riscattarci e ritrovare un’immagine buona di noi stessi. Ci accorgiamo che la grande alternativa al nichilismo, alla tristezza e alla solitudine non risiede certamente in quelle correnti di pensiero in cui convivono differenti idee, religioni, filosofie e pratiche esoteriche.

Se vogliamo che la fiducia non muoia dentro di noi, se vogliamo sostenerla anche negli altri, dobbiamo recuperare l’annuncio puro e semplice del Vangelo, la logica di Dio, la logica della risurrezione. L’esperienza del fallimento e dello sbaglio è di tutti, perché tutti siamo deboli nell’emotività, incoerenti e divisi.

Ai nostri occhi appare sempre più evidente l’importanza del santuario, in particolare quello mariano, dedicato a Maria, giovane fanciulla ebrea, semplice e sconosciuta, che Dio sceglie per farne la madre del Messia. È con il suo atto di fede che incomincia la storia della salvezza, per poi riprendere il suo cammino con il nostro atto di fede. In questa prospettiva si inserisce la visione della famiglia cristiana come piccola chiesa domestica che attiva e sviluppa i moltissimi doni che ogni uomo riceve, trasmettendoli ai propri figli affinché, al pari dei semi, possano crescere e dare frutto. In molti casi il santuario è nato proprio dalla volontà della Vergine di congiungere gli uomini a Dio, attraverso la preghiera che unisce e guarisce. Non c’è mistero più grande di questo luogo, crocevia di grazie e preghiere, di storia e cultura, testimonianza autentica di Dio e del cammino delle comunità cristiane locali.

Alla luce di tale riflessione l’iniziativa di un corso per Accompagnatori pastorali volontari ai nostri santuari mariani è stato un itinerario formativo, che ha alimentato la gioia dell’incontro e il fervore di credenti.